Come in una lunga, infinita, snervante, tosta, assurda parabola discendente, Gloria è passata in qualche anno da “me magno pure il tavolo” a “mi fa schifo tutto”. E non sto scherzando, qualsiasi cosa metti in tavola lei proferisce ogni giorno esattamente la stessa frase che può variare per intonazione, virgole ed enfasi, ma suona sempre così “Io non mangio niente, non mi piace!“.
Come se non bastasse quello che fino a ieri mangiava con entusiasmo da un giorno all’altro sparisce misteriosamente, senza preavviso, dalla lista delle cose che mangia. E’ sempre la stessa frase “non mi piace più“.
Ora, la mamma italica che c’è in me, avrebbe voluto offrire altre dieci proposte culinarie fino a trovare qualcosa che le aggradasse, ma, purtroppo per lei, si è trovata una mamma con troppi principi, per cui il nostro motto, finora, è stato “Arrangiate!”.
Nei momenti di stanchezza, quando proprio non glie se la puòffa’, ho reagito come una isterica fuori di testa (non chiedete testimonianze ai vicini, sono stati pagati per ottenere il silenzio). Normalmente vivo una sorta di scissione psichica: mi vedo che le caccio in bocca quelle cazzarola di polpette, fatte con tanto amore, legandola alla sedia, ma in realtà rimango impassibile come se la cosa non mi toccasse (il Metodo Stanislavskij l’ho inventato io!).
E’ vero che cresce bene, non è neanche magrissima, è vero che i bambini si regolano da soli, è vero che “Bambino che non mangia, mangio’ o mangera’“…ma cheppalle però!
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